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Edizione estera (nov.dic. 1932) di « Battaglie Sindacali », organo della C.G.L. aderente all'Internazionale dei Sindacati Rossi
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Edizione estera (nov.dic. 1932) di « Battaglie Sindacali », organo della C.G.L. aderente all'Internazionale dei Sindacati Rossi
La I . i. i. t
sindacali continuarono a svolgersi tra il 1925 e il 1926, grazie a organizzazioni locali e di categoria dirette da sindacalisti particolarmente legati alle masse. Il 3.4.1926 la legge Rocco sulla « disciplina giuridica dei rapporti di lavoro » abolì il diritto di sciopero e, pur senza sopprimere ufficialmente i sindacati non fascisti, ne decretò la morte riservando esclusivamente a quelli fascisti il potere di rappresentanza nella conclusione dei contratti di lavoro. Venne inoltre creata la Magistratura del lavoro, alla quale fu demandata la soluzione per via arbitrale di qualsia[...]
[...]terno che all’interno delle stesse organizzazioni sindacali fasciste (v. Attività legale). Numerosi di essi furono individuati, deferiti al Tribunale speciale e condannati per la loro attività a pesanti pene detentive. Mentre all’estero si costituiva una nuova direzione della C.G.L. grazie all’iniziativa di Bruno Buozzi (v.) e di altri sindacalisti riformisti fuorusciti prima delle leggi eccezionali, e questa veniva ufficialmente riconosciuta dalla Internazionale di Amsterdam, i sindacalisti rimasti a lottare in Italia (per la maggior parte comunisti.) davano vita a loro volta a una nuova direzione confederale. Respinta ad Amsterdam, questa seconda direzione venne ufficialmente riconosciuta dalla Internazionale dei Sindacati Rossi di Mo
sca. Dopo il congresso socialista di Parigi (1930) che vide i due partiti (massimalista e riformista) unificarsi, e all’indomani del primo patto di unità d’azione tra il nuovo partito socialista unificato e i comunisti (agosto 1934), sorsero condizioni per eliminare il dualismo di direzione e giungere a una rinnovata unità sindacale.
Intanto le repressioni poliziesche degli anni 1927 e 1928, e la grande crisi economica (v.) che colpì l’Italia tra il 1929 e il 1933 non mancarono di ripercuotersi sulle masse lavoratrici il cui malcontento, spesso ech[...]
[...]orsero condizioni per eliminare il dualismo di direzione e giungere a una rinnovata unità sindacale.
Intanto le repressioni poliziesche degli anni 1927 e 1928, e la grande crisi economica (v.) che colpì l’Italia tra il 1929 e il 1933 non mancarono di ripercuotersi sulle masse lavoratrici il cui malcontento, spesso echeggiante negli stessi con
gressi sindacali fascisti (tanto da costringere il regime ad abolirli quasi subito), esplose qua e là in agitazioni e scioperi. Fra i principali movimenti del tempo si ricordano: lo sciopero delle mondine nel Vercellese (1931), parzialmente vittorioso; l’agitazione dei metallurgici milanesi (1932) che riuscì a sventare una minaccia di riduzione dei salari; le grandi agitazioni dei disoccupati pugliesi (19321933); gli scioperi dei metallurgici di La Spezia, dei tessili del Biellese, dei lavoratori di Torino e altri centri ancora. Tra il 1933 e il 1935 si ebbero negli stabilimenti dei metalmec
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